“Facciamo design pensando alle persone, non al design.” In questo pensiero è racchiusa la filosofia progettuale di Zanotta: iconico brand italiano che ha fatto la storia del design nel mondo. Nata nel 1954 dalla visione anticonformista del suo fondatore Aurelio Zanotta, questa azienda è stata tra le prime ad aver dato valore alle sue produzioni attraverso il design. Grazie alla collaborazione con rinomati designer italiani, Zanotta ha dato forma a vere e proprie icone d’arredo apprezzate in tutto il mondo. Basta dire che i suoi prodotti pluripremiati sono in esposizione permanente all’interno di 57 tra i più illustri musei internazionali, come il MoMa di New York.
L’anticonformismo d’autore firmato Zanotta
Dopo l’edizione zero, che ha dato inizio alla serie di eventi Tredicimetri, arriva un nuovo capitolo: Tredicimetri | IRONIA – Lo stile dell’abitare secondo Zanotta. Perché il tema dell’ironia? Per sottolineare la lettura anticonvenzionale del design Zanotta: una progettualità che trae ispirazione da oggetti appartenenti ad altri settori, e li reinterpreta rompendo ogni tipo di schema precostituito. Nascono così originali elementi e complementi d’arredo che diventano parte di un esclusivo life style quotidiano. Durante l’evento Tredicimentri, è stata Martina Bartoli, interior design consultant di Zanotta ad illustrare le potenzialità arredative di alcune tra le soluzioni più emblematiche del catalogo Zanotta. Ad ascoltare le sue parole, progettisti, architetti e privati del nostro territorio.
Gioco da tavolo o appendiabiti?
Il primo prodotto presentato in occasione di Tredicimetri è Sciangai. Ispirato al celebre gioco da tavolo cinese, questo bizzarro appendiabiti è uno degli oggetti più illustri del design di rottura a firma Zanotta. Stiamo parlando di oggetti che “devono entrare in un rapporto di simpatia con chi li usa ed essere facili da usare”: per citare Paolo Lomazzi, uno dei tre designer responsabili del progetto Sciangai (1973 – De Pas, D’urbino, Lomazzi). Ma come è fatto questo oggetto così inusuale? L’appendiabiti Sciangai è composto da otto listelli in legno massello di faggio, connessi da un giunto centrale. Grazie alla sua circonferenza regolabile, è possibile chiuderlo e riaprilo a piacimento in base alle proprie esigenze di spazio. Un comodo supporto per abiti, cappelli e altri indumenti, disponibile sia in versione nude look che in più varianti cromatiche. Piccola curiosità: grazie al suo design così rivoluzionario, nel 1979 Sciangai ha conquistato il prestigioso premio Compasso d’Oro, conferito dall’ADI: Associazione per il disegno industriale.
Un bosco verticale in casa tua
Dopo aver approfondito le potenzialità arredative di Sciangai, la dissertazione di Tredicimetri si è focalizzata su Albero. Ispirato alla silhouette di un albero – per l’appunto – questo inedito portavasi è il segno simbolico e tangibile della natura in casa. Ma entriamo nei dettagli. Albero è composto da una struttura in acciaio su cui poggiano piattelli circolari disposti in altezza in modo ritmico. Ogni piattello può ruotare a 120°, così da alloggiare vasi più o meno grandi: flessibile a dir poco. Questo inaspettato complemento d’arredo nasce nel 1983 dalla visione di uno tra i più geniali maestri del design italiano: Achille Castiglioni.
Spazio alla gioia di arredare
La genialità di Achille Castiglioni, che abbiamo apprezzato in Albero, si esprime anche attraverso un altro capolavoro dell’arredo contemporaneo a marchio Zanotta. Stiamo parlando di Joy. Questo elemento d’arredo nasce dall’idea di realizzare un oggetto “neutro”, archetipo della funzione multipla. Si tratta di un mobile libreria con ripianti rotanti a “L rovesciata”. Ripiani che possono essere ruotati liberamente intorno a un unico perno verticale. Questo consente di rimodellare la forma del mobile, ogni volta, ottimizzando gli spazi in base alle proprie esigenze.
Un sacco avanti nel design
Ha rivoluzionato radicalmente il mondo dell’interior design, facendo spazio a una nuova libertà arredativa. È una sedia? No. Una poltrona? Non proprio. Un pouf? Nemmeno. O meglio, forse è tutte e tre le cose insieme. A tredicimetri, il Sacco Zanotta: must have del design italiano. Nato in pieno fermento rivoluzionario (nel 1968), il Sacco è stato sviluppato da tre designer torinesi: Piero Gatti, Cesare Paolini, Franco Teodoro. Ma se pensi che sia stato facile arrivare a questo risultato, ti sbagli di grosso. Infatti, Il Sacco Zanotta è frutto di ben dieci progetti richiesti da Aurelio Zanotta (fondatore dell’omonima azienda), di cui nove scartati. Quale concept c’è dietro? Vuotiamo il sacco.
“Abbiamo pensato al vecchio materasso di foglie di castagno che si usa nelle culture contadine di tutto il mondo: si prende un saccone, lo si riempie con foglie o con materiali neutri e questo in qualche modo ha la funzione di accogliere il corpo.” [Gatti / Paolini / Teodoro]
Inizialmente, i designer pensarono di riempire il Sacco con aria e acqua (ma non avrebbe funzionato). Così decisero di imbottirlo con microsfere di polistirolo espanso. Questo permise di ottenere una seduta fluida, senza forma; o a detta loro “[…] come la neve in cui uno si butta e ci lascia impresso sopra lo stampo del suo corpo.” L’idea fu così rivoluzionaria che, in poco tempo, il Sacco Zanotta conquistò il Compasso d’Oro ADI, venne esposto al MoMa di New York e divenne un’icona del design italiano in tutto il mondo. Oggi, al modello base viene affiancata la versione green in bioplastica e nylon riciclato, disponibile in differenti varianti colore.
“Abbiamo pensato al vecchio materasso di foglie di castagno che si usa nelle culture contadine di tutto il mondo: si prende un saccone, lo si riempie con foglie o con materiali neutri e questo in qualche modo ha la funzione di accogliere il corpo.” [Gatti / Paolini / Teodoro]
Inizialmente, i designer pensarono di riempire il Sacco con aria e acqua (ma non avrebbe funzionato). Così decisero di imbottirlo con microsfere di polistirolo espanso. Questo permise di ottenere una seduta fluida, senza forma; o a detta loro “[…] come la neve in cui uno si butta e ci lascia impresso sopra lo stampo del suo corpo.” L’idea fu così rivoluzionaria che, in poco tempo, il Sacco Zanotta conquistò il Compasso d’Oro ADI, venne esposto al MoMa di New York e divenne un’icona del design italiano in tutto il mondo. Oggi, al modello base viene affiancata la versione green in bioplastica e nylon riciclato, disponibile in differenti varianti colore.
Nuove idee da abitare
Questa nuova edizione di Tredicimetri si conclude così: con un aperitivo gourmet offerto da Piergallini a tutti i partecipanti. Un’occasione di confronto tra progettisti, azienda e privati per scambiare idee e raccogliere nuovi stimoli. L’esposizione delle soluzioni firmate Zanotta continua all’interno dello showroom Piergallini abitare, con elementi e complementi d’arredo applicati ad ambientazioni reali, in stili differenti. Se vuoi lasciarti ispirare e scoprire come realizzare i tuoi progetti d’arredo, con il supporto dei nostri specialisti, ti invitiamo a visitare lo showroom Piergallini abitare, a Colonnella (TE).